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Usare i droni per il controllo ambientale: servono standard comuni
Gli Unmanned Aircraft Systems (Uas - Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) sono ampiamente diffusi in Italia per il controllo ambientale: serve ora uno standard comune a livello operativo
L’impiego di droni in ambito di controllo del territorio è una realtà già diffusa all’interno del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente: oggiperò si cerca di ottenere a livello nazionale una maggiore omogeneizzazione delle procedure operative, per arrivare a definire uno standard comune.
Nei giorni scorsi, in diverse località dell’Emilia-Romagna si è svolta un’esercitazione congiunta, a cui hanno preso parte diversi nuclei droni di Ispra e delle agenzie ambientali, con l’obiettivo di rendere più efficace il monitoraggio ambientale attraverso tecniche di osservazione del territorio tramite Unmanned Aircraft Systems, ovvero droni.
In Italia, l’utilizzo di questi sistemi pilotati da remoto è sempre più comune perché consentono la raccolta di dati dettagliati in vaste aree su vari aspetti ambientali.
In particolare, l'uso dei droni per le rilevazioni ambientali nel nostro Paese riguardano:
il controllo del territorio e del suolo, per rilevare cambiamenti nel paesaggio, mappare terreni e identificare potenziali rischi ambientali come frane o dissesti idrogeologici
il controllo della qualità dell'acqua, per raccogliere campioni in luoghi difficili da raggiungere e monitorare la qualità delle acque superficiali e sotterranee, identificando eventuali inquinamenti
la conservazione della biodiversità, conducendo rilevamenti aerei delle aree naturali e degli habitat, controllando la migrazione degli uccelli, identificando nidificazioni o la presenza di specie rare o in via di estinzione
il rilevamento delle emissioni inquinanti, per identificare scarichi industriali o le emissioni da incendi forestali
la ricerca scientifica, per raccogliere dati e immagini utili per studi ecologici, climatici e geologici
Droni per il monitoraggio ambientale: è necessario definire standard comuni
La rilevazione e il controllo ambientale attraverso droni è quindi attività piuttosto diffusa in Italia.
Oggi, tuttavia, serve un passo in avanti per raggiungere una maggiore omogeneizzazione delle procedure operative, arrivando a definire uno standard comune per il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (Snpa).
Servono, in definitiva, protocolli metodologici condivisi a livello nazionale per l’uso di queste tecnologie nell’attività di controllo di eventi ambientali.
L’esercitazione svolta in Emilia-Romagna - che ha effettuato il monitoraggio della qualità dell’aria, la caratterizzazione morfologica in punti di campionamento della qualità delle acque superficiali e il monitoraggio degli ambienti dunali, in territori interessati dall’alluvione dello scorso maggio - permetterà al gruppo di lavoro Potenziamento delle infrastrutture portanti del Sistema, monitoraggio ambientale attraverso gli strumenti dell’osservazione della Terra e tecnologie innovative (Tavolo istruttorio III-03 del Consiglio Snpa), di elaborare un report per censire le procedure in uso nel panorama delle agenzie ambientali e di Ispra e infine di definire linee guida nazionali comuni per la protezione dell’ambiente.
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