Un manifesto per la Pace: costruiamo sicurezza e cooperazione dal basso
Se credete sia il momento di cambiare rotta, se volete costruire una rete di città che scelgano la cooperazione come via per la pace: firmate il Manifesto
Per ottenere la Pace ci si deve impegnare anche direttamente, facendosi sentire e dimostrando il proprio dissenso alla guerra: per costruire dal basso, con il proprio contributo, una rete di città che scelgano la cooperazione come via per la sicurezza comune si può sottoscrivere il Manifesto per un’offensiva di Pace, promosso da Next
Gridiamo con forza: “vogliamo la Pace e nessuno sulla terra è mio nemico”: anche le voci singole, unendosi a quelle degli altri cittadini, possono fare tanto rumore e farsi sentire anche in alto.
Cosa si propone di fare Next - rete di nuova economia che vuole mettere in comune forze, esperienze, competenze e capacità di interpretare le reali esigenze di giustizia e futuro delle donne e degli uomini d’oggi e di domani - lanciando il manifesto Offensiva di Pace per costruire sicurezza e cooperazione dal basso?
L’intento è quello di promuovere in ogni Comune italiano gesti concreti, materiali e immateriali, di pacificazione e di solidarietà con i popoli che sono vittime dei conflitti armati, come, per esempio, digiuni, raccolte fondi, incontri di sensibilizzazione sulle guerre in corso, promuovere la partecipazione attiva a missioni internazionali in Ucraina e in Palestina.
Ancora, promuovendo gemellaggi e patti di collaborazione tra Comuni italiani e comuni ucraini e comuni palestinesi e altri comuni vittime della guerra, allo scopo di sostenere le popolazioni oppresse e violate con gesti concreti di scambi commerciali e di aiuti umanitari , come per esempio la promozione di vacanze solidali in Italia, il sostegno alle economie locali con filiere lunghe finalizzate all’acquisto di panieri comunali, la promozione di borse di studio e di momenti di scambi artistici e culturali tra giovani dei diversi Paesi.
Ma anche promuovere gli assessorati alla pace in ogni Comune favorendo in particolare il dialogo tra popolazioni nemiche con ogni mezzo (sulla base di ciò che viene già organizzato in Israele e in Palestina con il parent circle e le scuole di pace e di dialogo), il dialogo interculturale tra popolazioni di diverse etnie, religioni e nazionalità che abitano nelle città (comunità cinesi, comunità ebraiche, comunità arabe, comunità ucraine e russe, comunità americane, comunità asiatiche e africane in generale).
Sostenere con fondi pubblici le Scuole di Pace in ogni Comune, per il coinvolgimento dei giovani, degli adolescenti in particolare, nella risoluzione creativa dei conflitti e nei laboratori di preparazione ai dibattiti pubblici e all’argomentazione consapevole delle ragioni dei conflitti in corso.
Infine, ma non per ultimo, promuovere corsi di comunicazione non ostile e di costruzione di proposte per la soluzione dei conflitti urbani e rurali.
La difesa europea è necessaria, ma assolutamente non sufficiente
La questione fondamentale per i prossimi mesi non sarà mai mettere in discussione le nostre alleanze, ma capire come ci attiveremo tutti insieme per costruire una soluzione alternativa alla guerra.
Il principale investimento che abbiamo di fronte come Ue è certamente la ricerca del modo più efficiente per avere sicurezza attraverso la pacificazione attiva e ogni forma utile di prevenzione e gestione nonviolenta dei conflitti.
La guerra è storicamente stupida e malevola, come scriveva Erasmo da Rotterdam, perché uno contro uno fa meno di due, “con la pace tutto è possibile, con la Guerra tutto è perduto”.
Il conflitto armato distrugge vite umane e beni materiali e distrugge l’ambiente. Ci fa perdere persone care e ci fa perdere tempo e risorse necessarie che potrebbero essere investite per il ben vivere.
La cooperazione è invece l’azione intelligente degli uomini. Perché uno con uno fa sempre più di due. La vita nelle cose veramente importanti (innovazione, beni pubblici, comunità digitali in rete, beni relazionali in primis) è sempre un gioco a somma positiva dove l’altro non è il nemico che mi contende una risorsa scarsa ma colui senza il quale non posso creare una torta più grande e rendere la nostra vita migliore.
Il gioco a somma positiva però non avviene “in natura”, richiede impegno e coordinamento e ricerca e costruzione faticosa di condizioni di mutuo vantaggio nonché lungimiranza ed eccedenza.
Lanciamo, tutti insieme, un’Offensiva di Pace
Da settant’anni abbiamo smesso di spendere in armi per difenderci come italiani da spagnoli, austriaci, tedeschi, francesi. Eppure fino al secolo scorso le guerre con i nostri vicini hanno devastato il destino dei nostri antenati, nonni e genitori.
La pace nel vecchio continente non arrivò per caso, ma per scelta, con i gesti “creativi” auspicati e praticati dai padri fondatori dell’Unione europea.
Di fronte “alla terza guerra mondiale a pezzi”, che è tuttora in atto e sempre più di larga scala, siamo chiamati a immaginare nuovi percorsi anche con nuovi “nemici”, non solo a contrastare con la legittimità della forza le violazioni del diritto internazionale, ma anche avanzare vere proposte europeiste di pacificazione tra i popoli.
Ecco allora che, a partire dai primi firmatari di questo manifesto-appello alla Pace e dalle azioni concrete già realizzate, i promotori chiedono alla società civile tutta di far avanzare la pace in Europa con modalità nuove e asimmetriche all’aggressione in corso, a partire dalla promozione di un nuova Conferenza europea dei cittadini sulla pace e la sicurezza.
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