Stop agli incentivi per le caldaie a gas: il Governo non torni indietro
Incentivi economici alle caldaie a gas: dopo averli esclusi, seguendo le Direttive europee, il Governo cerca di tornare sui suoi passi...
Incentivi economici alle caldaie a gas: dopo averli esclusi, seguendo quanto indicato dalle Direttive europee, che in tal senso sono chiare e definitive, il Governo cerca di tornare sui suoi passi inserendo nel Decreto bollette sconti per le caldaie ibride che rischiano, oltre a procedure di infrazione, anche di farci sprecare risorse economiche
A partire dal 1° gennaio 2025, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un cambiamento significativo: gli incentivi fiscali, come l’Ecobonus e il Bonus Ristrutturazioni, non sono più disponibili per l’installazione di caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili (per esempio, gas metano).
Una misura in linea con la Direttiva europea Case Green, che prevede lo stop agli incentivi per tali apparecchi dal 2025, con l’obiettivo di favorire la transizione verso sistemi di riscaldamento più sostenibili e ridurre le emissioni di CO2.
Tuttavia, restano tuttora incentivabili i sistemi ibridi, che combinano una caldaia a gas (spesso a condensazione) con una pompa di calore, gestiti da una centralina unica.
Questi sistemi, considerati una soluzione di transizione, possono ancora accedere a detrazioni, come il Bonus Ristrutturazioni al 50% o il Superbonus (ridotto al 65% nel 2025 per i lavori avviati entro il 15 ottobre 2024).
Inoltre, il Conto Termico 2.0 offre contributi a fondo perduto fino al 65% per l’installazione di apparecchi ibridi o caldaie a biomassa, purché rispettino requisiti di efficienza energetica.
In questo scenario, è in corso una discussione parlamentare introdotta dalla maggioranza che sta valutando emendamenti al Decreto Bollette - nato per dare sostegno alle famiglie e alle imprese per mitigare l’aumento dei costi energetici - per ripristinare sconti fiscali per le caldaie ibride o per quelle predisposte a usare gas rinnovabili (biometano o miscele con idrogeno), in risposta alle pressioni di associazioni di settore come Proxigas e Assotermica.
Discussione che per Arse, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e Wwf Italia rischia di generare confusione, ci mette a rischio di procedure di infrazione europee e potrebbe farci sprecare risorse economiche, utilizzabili per priorità più importanti.
Secondo le norme europee, infatti, i prodotti ibridi, che abbiano un contributo rilevante da fonti rinnovabili, stimato in almeno il 50%, possono essere agevolati, ma rigorosamente e in maniera proporzionale al loro uso di fonti rinnovabili.
Ecco che quindi un sistema ibrido con caldaia a gas e pompa di calore, può essere sostenuto ma solo per la parte di energia rinnovabile, ovvero la pompa di calore, pena l’infrazione della norma comunitaria.
A fronte di ciò, spiegano le associazioni, "non c'è spazio né per le caldaie H-ready, ovvero potenzialmente pronte per un futuro - aleatorio - uso, né tanto meno per l’incentivazione totale di caldaie ibride. Per il biometano, ovviamente tutte le caldaie, per definizione, sono biometano-ready e quindi la norma si tradurrebbe in un sostegno economico all’acquisto di tutte le caldaie senza alcun vincolo ambientale richiesto".
Pertanto, concludono Arse, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e Wwf Italia, "il tema importante oggi da affrontare è quello di avere strumenti e politiche che rendano possibili gli investimenti per le famiglie a tecnologie sostenibili come le pompe di calore, con particolare riguardo alle famiglie a basso e medio reddito che con maggiori difficoltà possono arrivare a fare investimenti importanti in questa direzione.
Continuare a sprecare risorse economiche in caldaie a gas, o senza la distinzione della parte rinnovabile per le ibride, o ancora per quelle che forse un giorno potranno andare a idrogeno o a biometano (risorse che dovrebbero essere utilizzate in settori decisamente diversi da quello domestico) vuol dire solo condannare le famiglie e il Paese a una dipendenza da fonti fossili, climalteranti e costose e senza speranze di ridurre i costi in bolletta. E davvero non ne capiamo la ragione".
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