Planet Art Camp, buona la quarta! Conclusa la tappa di Udine, ora tocca a Brescia e Pavia
Rispettiamo il suolo e vivremo meglio. Anche in Friuli Venezia Giulia... ecco di cosa si è parlato al Planet art Camp presso l'Università degli studi di Udine
Tra tutti gli elementi che Madre Terra ci offre per vivere bene, è proprio il suolo (sinonimo di terra) ad attirare meno la nostra empatia: lo calpestiamo, lo vìoliamo cementificandolo, bruciandolo, inquinandolo o ancora sfruttandolo all’osso da un’agricoltura fatta da monocolture.
Tutte cattive azioni che rendono la terra sterile e arida e sempre meno capace di assorbire in un corretto equilibrio l’acqua (e quelle bombe d’acqua che la crisi climatica sta rendendo un’abitudine), oppure il carbonio necessario per riequilibrare la nostra impronta ambientale.
Il recente nubifragio sulle zone del goriziano ne sono una prova. Eppure, il suolo è necessario quanto l’aria e l’acqua. Senza il rispetto di questi tre elementi fondamentali mettiamo a rischio la nostra sopravvivenza e quella del Pianeta.
Di tutto questo ne abbiamo parlato nella tappa del Planet Art Camp del 5 dicembre a Udine. Qui abbiamo lavorato con l’Università degli Studi della cittadina friulana che ci ha ospitato “perché ritiene fondamentale stimolare una riflessione collettiva sul valore del suolo, risorsa fragile e imprescindibile per la vita.
Questa iniziativa - ha sottolineato Giorgio Alberti, prorettore vicario dell’Università di Udine - rappresenta un’occasione preziosa per intrecciare linguaggi diversi dall’arte alla scienza e coinvolgere attivamente studenti, ricercatori e cittadinanza in un percorso di consapevolezza ambientale.
Sostenere questo progetto significa, per il nostro ateneo, rafforzare il proprio impegno verso un futuro più sostenibile e una rigenerazione responsabile dei territori“.
In aula Gusmani di Palazzo Antonini Cernazai
Il dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali, Animali sta studiando sistemi di protezione del suolo per rendere i territori resilienti agli eventi catastrofali proprio come quelli accorsi nel territorio di Varsa, nei pressi di Gorizia, non più tardi di 20 giorni fa, ma non solo.
Maurizia Sigura, professoressa associata in costruzioni rurali e territorio agroforestale, lo dice chiaramente: “il suolo è rinnovabile, ma ci vogliono secoli per farsi sì che riesca a rigenerarsi“.
Molto forte l’esempio che ha portato: “un recente incendio sul Carso ha fatto emergere detriti risalenti alla Prima Guerra mondiale che non hanno avuto ancora modo di essere smaltiti“.
Erano lì mischiati tra la terra rilasciando la loro dose di mortalità. Che sia monito anche per le guerre ancora in corso (o meglio prepariamoci a pensare che ogni guerra distrugge molto più di quello che siamo portati a pensare).
L’esperienza di Sigura è concreta, da ingegnere rurale si rifà alle natural based solution per rigenerare gli spazi esistenti: “L’integrazione delle infrastrutture verdi (leggi anche pareti, tetti, ma anche disseminazione di piante soprattutto in città - ndr) permette di soddisfare le esigenze di sviluppo antropico preservando il ruolo del suolo come componente ecologica vitale“.
Il suolo è bello e colorato, come ci ha dato modo di ragionare Elisa Pellegrini, ricercatrice in Chimica agraria in un affascinante intervento che anche gli artisti di Land art presenti - Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga - hanno apprezzato.
La terra - ha spiegato Pellegrini, rifacendosi a una scienza esatta: la pedologia di cui Vasilij Vasil’evič Dokučaev (un geologo e geografo russo) è il padre - è una tavolozza di colori dati dalla presenza di minerali naturali ed è naturalmente sana tanto che in alcuni Paesi dell’Africa la mangiano, perché fa bene al nostro microbiota.
Non è un caso che Speranza Panìco, ricercatrice in Ecologia dello stesso Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali, Animali abbia dimostrato quanto siano attivi gli studi sul microbiota del suolo fondamentale per la vita e il clima.
“Ricco di biodiversità, popolato da una vasta comunità microbica nota come microbiota“ precisa Panìco, che lavora tutti i giorni conscia che ci sia ancora molto da scoprire - mettendo le mani nella terra sui microrganismi, specialmente batteri e funghi.
Non abbiamo dubbi, grazie alla ricerca sul suolo potremmo avere ottime risposte per migliorare anche la coltivazione e la crescita delle già citate natural based soultion, pillar di studi molto importante dell’Università di Udine - come ha avuto modo di spiegare Giorgio Alberti, prorettore ma anche professore ordinario di selvicoltura, pianificazione ed ecologia forestale. Disciplina che ha un distaccamento anche a Trieste.
È qui che lavora e insegna Guido Incerti, professore associato in Ecologia. La sua attenzione è mirata a svelare tutti i segreti del Dna del suolo, detto eDna, alcuni dei quali sono già oggetto di brevetto.
Dobbiamo puntare così a conoscere i segreti della terra, a rispettarla e, se mai possibile, fare di tutto per lavorare sulla sua bellezza anche attraverso l’arte. Senza però modificare alcun equilibrio.
Proprio come fanno Meneguzzi e Sponga che utilizzano esclusivamente elementi naturali per creare stupore nei boschi, nei prati sulle sponde dei fiumi dove installano le loro opere, coscienti che il tempo le rosicchierà dimostrando che tutto è soggetto all’orologio della natura (e comunque grazie alle immagini fotografiche di tutto rimane traccia).
Così, il loro Humus Park fa storia e ci auguriamo, così come anticipato dai due artisti che lavorano all’unisono, che riapra presto.
Come in ogni tappa del Planet Art Camp gli studenti, sia quelli delle scuole superiori sia quelli universitari, sono invitati a creare la loro opera di land art. Le tante domande poste ai due artisti fanno pensare che già qualcosa bolle in pentola.
La registrazione integrale della giornata
Qui il lettore troverà tutte le informazioni per partecipare al contest (con tempi e metodi precisi da seguire). Ed è bene sottolineare che seguendo tutta la registrazione della mattinata anche chi non abbia potuto presenziare in aula può aderire alla call to action e ideare la propria opera di land art, così come valutare la possibilità di ideare un progetto di creazione di spazi verdi o assimilabili, come lanciato anche in questa tappa del Planet Art Camp da Roberta Frau di Axpo | Pulsee Luce e Gas.
Il Planet Art Camp arriva a Brescia e a Pavia
Prima di augurarvi buone feste e meritate vacanze di Natale vogliamo invitare tutti i lettori di Brescia e Pavia (e dintorni) a prendere in considerazione la partecipazione in presenza alle tappe che faremo presso le Università degli Studi di queste due città.
Le date sono:
15 gennaio Brescia
20 gennaio Pavia
In queste mettinate potrete partecipare a incontri stimolanti con i ricercatori dei due atenei in tema di aria, acqua e suolo per poi valutare la creazione di un’opera d’arte in stile Land art simbolo della difesa del Pianeta e degli elementi naturali studiati nella mattinata.
Se vi interessa partecipare scrivete a planetartcamp@greenplanner.it lasciando i vostri riferimenti e specificando la tappa a cui siete interessati. Vi aspettiamo!
Le news più lette della settimana
Auto elettriche usate, ecco perché convengono: valore residuo, costi e sostenibilità ambientale
La cucina italiana entra nel patrimonio immateriale dell’Unesco
Arresto cardiaco e inquinamento: la correlazione è sempre più evidente
Qualità dell’aria, allarme dei medici: tagliare i fondi nel bacino padano è un rischio sanitario
Automotive, l’era dell’econogia: come tecnologia e circolarità stanno ridisegnando il settore
Il video della settimana
“La mia seconda pelle”: premiati i progetti dei giovani designer
Dagli studenti dell’Accademia Iuad tante idee di come dare nuova vita ai dead stock. I progetti premiati dimostrano di essere stati attenti alle esigenze quotidiane delle donne, con un occhio alla sostenibilità sia ambientale sia sociale.
Seguici sul nostro canale Youtube: ISCRIVITI!
Acquista le nostre pubblicazioni
GreenPlanner 2026, l’almanacco della sostenibilità (15€ - edizione cartacea)
Mappa degli orti botanici universitari (9,90€ - foglio singolo)
GreenNotes, guida alla mobilità elettrica (9,90€ - edizione cartacea)
GreenNotes, guida alla mobilità elettrica (6,99€ - edizione ebook)
Pink&Green, l’economia circolare parte dalle donne (4,99€ - edizione ebook - ITA ed ENG)



