Le bioplastiche biodegradabili possono davvero risolvere il problema dell'inquinamento da plastica?
Servono alternative sostenibili alla plastica da fonti fossili: per esempio le bioplastiche biodegradabili, che promettono di ridurre l'impatto ambientale
La crescente domanda di plastica indirizza la ricerca scientifica verso alternative sostenibili, come le bioplastiche biodegradabili, che promettono di ridurre fortemente il ricorso alle fonti fossili e l'impatto ambientale, ma hanno dei limiti...
Con il consumo globale di plastica in continua crescita, crescono anche le preoccupazioni per il suo impatto ambientale. Lo sconrso anno, infatti, la domanda globale di plastica è stata di circa 460 milioni di tonnellate (Mt), ma secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), l'uso della plastica raddoppierà entro il 2050.
Un aumento guidato principalmente dai Paesi in via di sviluppo e dalle economie emergenti, in particolare in Africa e Asia. La produzione e il consumo di plastica continuano a crescere nonostante le iniziative per la riduzione dei rifiuti, con gravi conseguenze per l'ambiente, tra cui l'accumulo di plastica negli oceani e nei sistemi fluviali.
Anche se ci sono sforzi per aumentare il riciclo, attualmente solo una piccola percentuale della plastica prodotta viene riciclata con successo, mentre la maggior parte finisce in discarica o viene incenerita.
Questo ha spinto l'industria verso un'economia circolare, concentrandosi sul riciclo e su alternative sostenibili. Tuttavia, anche se tutta la plastica venisse riciclata, sarebbero comunque necessarie nuove materie prime per soddisfare la domanda crescente.
Una possibile soluzione potrebbe risiedere nelle bioplastiche, che sono realizzate da materiali vegetali rinnovabili e offrono una minore impronta di carbonio rispetto alle plastiche tradizionali a base di petrolio.
IdTechEx, azienda che fornisce ricerche indipendenti sulle tecnologie emergenti, ha recentemente pubblicato un interessante studio sull'intera gamma di plastiche derivate da materie prime biologiche, comprese le plastiche biodegradabili.
Bioplastiche, un'alternativa sostenibile?
Il riciclo da solo non può tenere il passo con la domanda crescente di plastica a livello mondiale ed è per questo che le bioplastiche sono considerate una soluzione promettente per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diminuire il danno ambientale.
Alcune di queste bioplastiche, come l'acido polilattico (Ppl) e i poliidrossialcanoati (Pha), sono biodegradabili, rendendole ancora più attraenti per la riduzione dei rifiuti.
Esistono due principali categorie di bioplastiche. Le prime sono le bioplastiche drop-in, che possono sostituire direttamente le plastiche convenzionali come il polipropilene (Pp) e il polietilene (Pe) nei processi di produzione esistenti.
Questo tipo di bioplastica richiede poche modifiche ai sistemi di fabbricazione e riduce l'impatto ambientale grazie alle loro origini rinnovabili.
La seconda categoria include le plastiche biodegradabili, come Pla e Pha. Anche se offrono vantaggi ambientali, richiedono condizioni specifiche per biodegradarsi, il che ne complica l'uso.
Per esempio, il Pla non resiste bene alle alte temperature, limitandone l'applicazione; inoltre spesso entrambi i materiali devono essere miscelati con altri polimeri per soddisfare requisiti specifici.
Una delle maggiori limitazioni delle bioplastiche biodegradabili è che hanno bisogno di condizioni ambientali specifiche per decomporsi.
La maggior parte di queste plastiche necessita di impianti di compostaggio industriale per degradarsi correttamente, poiché non si decompongono in discariche normali o in natura.
I consumatori spesso non comprendono questo aspetto, credendo che queste plastiche si degradino ovunque. In realtà, la mancanza di infrastrutture adeguate per il compostaggio ne limita fortemente i benefici ambientali.
Una soluzione ai limiti delle bioplastiche è rappresentata dai biocompositi
Per superare i limiti delle bioplastiche, l'industria sta sviluppando i biocompositi. Questi materiali combinano bioplastiche con fibre naturali, come legno o cotone, migliorandone la resistenza e la durata.
Tuttavia, anche questo processo presenta difficoltà, come quella di garantire che le fibre non si degradino durante la produzione. I biocompositi però offrono potenziale per applicazioni più ampie e potrebbero portare a materiali biodegradabili più stabili e facili da smaltire.
Con il miglioramento delle infrastrutture per il compostaggio e le innovazioni nel campo delle bioplastiche, queste alternative sostenibili potrebbero diventare più praticabili su larga scala.
In conclusione, sebbene le bioplastiche biodegradabili abbiano grandi potenzialità, esiste ancora un divario tra il loro potenziale e il loro impatto reale. Risolvere i problemi quali il loro smaltimento corretto e il miglioramento delle prestazioni è essenziale per poterle considerare come soluzione all'inquinamento da plastica.
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