Industria automobilistica e sostenibilità: il vero problema sono i materiali
Il futuro dell'auto sostenibile passa anche dai materiali, non solo dalla sua alimentazione: l'industria deve ridurre l’uso di plastiche petrolchimiche per adottare materiali più sostenibili
Si parla troppo spesso di mobilità sostenibile fermandosi alla discussione sull'alimentazione dei veicoli. Invece, è fondamentale che l'industria automobilistica riduca l’uso di plastiche petrolchimiche per adottare materiali sostenibili. Plastiche riciclate e bioplastiche offrono alternative valide, ma sfide tecniche, costi e regolamentazioni rendono difficile il raggiungimento degli obiettivi ambientali
Il settore automotive deve affrontare una sfida complessa: non basta cambiare l’alimentazione dei veicoli, ma è necessario ripensare i materiali impiegati. L’industria utilizza ogni anno oltre 14 milioni di tonnellate di plastica, con un impatto ambientale elevato.
L’adozione di plastiche riciclate e bioplastiche è in crescita, ma resta ostacolata da limiti di approvvigionamento, costi e qualità dei materiali. Le normative sempre più stringenti stanno spingendo le aziende a ripensare il ciclo di vita dei polimeri, ma il settore fatica a rispettare gli obiettivi dichiarati.
Materiali e sostenibilità: una sfida per l'industria dell'auto
Un'analisi effettuata dalla società di ricerche IdTechEx, pubblicata nel report Sustainable Plastics for Automotive 2025-2035: Markets, Players, and Forecasts (di cui qui trovate un abstract), ha preso in considerazione l'adozione di plastiche sostenibili e la catena dei processi di economia circolare nel settore automotive.
Quando si parla di sostenibilità nel settore automobilistico, infatti, l’attenzione si concentra spesso sul tipo di alimentazione dei veicoli, privilegiando elettrico e idrogeno. Tuttavia, un elemento altrettanto critico è rappresentato dai materiali utilizzati.
Attualmente, il comparto impiega oltre 14 milioni di tonnellate di plastica all’anno solo per i veicoli passeggeri, con un impatto ambientale significativo.
La maggior parte delle plastiche in uso è prodotta da materie prime di origine petrolchimica, con emissioni di carbonio incorporate elevate e una forte dipendenza dall’industria petrolifera.
Le fluttuazioni dei prezzi del petrolio e le implicazioni geopolitiche rendono questa dipendenza ancor più problematica. In questo contesto, l’industria è chiamata a ridurre l’uso di materie vergini e adottare alternative più sostenibili, come plastiche riciclate e bioplastiche.
Problemi e opportunità per le plastiche sostenibili
Le principali difficoltà nell’adozione di materiali sostenibili riguardano la disponibilità, le proprietà meccaniche e i costi. La transizione non è uniforme: alcuni componenti, come quelli in polipropilene monomateriale per gli interni, possono integrare facilmente plastiche riciclate, mentre materiali compositi o polimeri specializzati pongono sfide più complesse, soprattutto in fase di fine vita.
Le regolamentazioni stanno accelerando il cambiamento. L’Unione europea, per esempio, impone che entro pochi anni i veicoli contengano almeno il 25% di plastica riciclata. Tuttavia, il raggiungimento di questi obiettivi richiede un coordinamento lungo tutta la filiera, dalla produzione alla gestione del fine vita.
Le plastiche riciclate, in particolare quelle ottenute attraverso il riciclo meccanico, rappresentano l’alternativa più immediatamente disponibile. Questo processo prevede la frantumazione, fusione e riformulazione dei materiali senza modificarne la struttura chimica. Tuttavia, l’uso su larga scala è ostacolato dalla qualità variabile del materiale riciclato e dai costi di lavorazione.
Un’opzione più avanzata è rappresentata dal riciclo chimico, che scompone la plastica in monomeri o materie prime, consentendo di ottenere materiali con proprietà rigenerate. Questa tecnologia, però, è ancora agli inizi e presenta costi elevati e difficoltà tecniche.
Le bioplastiche, derivate da materie prime di origine vegetale, offrono un’alternativa potenzialmente più sostenibile, ma la loro diffusione è limitata dalla scarsa disponibilità e dai costi superiori rispetto alle plastiche tradizionali. Attualmente, l’offerta di biopolimeri idonei all’uso automobilistico è ristretta e, sebbene il settore stia crescendo, è improbabile che le bioplastiche possano sostituire le plastiche convenzionali nel breve termine.
Raggiungere gli obiettivi ambientali: una sfida per l’industria automobilistica
Secondo le previsioni di mercato, l’impiego di plastiche riciclate e bioplastiche nel settore automotive crescerà rapidamente nei prossimi anni, con tassi di crescita annuali composti (Cagr) del 29,1% per le plastiche riciclate e del 25,1% per le bioplastiche tra il 2025 e il 2035.
Tuttavia, molti produttori di automobili stanno fissando obiettivi di sostenibilità difficili da raggiungere. Le stime indicano che nel 2035 solo il 18% dei polimeri impiegati nei veicoli sarà costituito da materiali sostenibili, un valore ben al di sotto degli impegni dichiarati da molte case automobilistiche.
Questo significa che, senza un’accelerazione nell’adozione di soluzioni alternative e un maggiore supporto normativo e tecnologico, il settore potrebbe non riuscire a mantenere le proprie promesse ambientali. Ma noi e il Pianeta non abbiamo più troppo tempo per aspettare una svolta.
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