Coolcation: il cambiamento climatico riscrive il turismo estivo
Mentre le temperature estive si fanno insostenibili, la montagna torna protagonista del turismo stagionale sempre più alla ricerca di fresco, tranquillità e immersione nella natura
La crescente insostenibilità climatica del turismo balneare rilancia la montagna come destinazione estiva privilegiata. Il fenomeno delle coolcation si consolida anche in Italia, trasformando il caldo in una leva strategica per un turismo più sostenibile e consapevole
Mentre le temperature estive si fanno insostenibili, la montagna torna protagonista del turismo stagionale. La tendenza delle coolcation si afferma come risposta razionale ai cambiamenti climatici e ridefinisce le traiettorie della domanda turistica, in Italia e in Europa.
Un tempo considerate rifugio di nicchia, le vacanze in quota stanno diventando un fenomeno strutturale del turismo estivo europeo. Il neologismo coolcation - fusione semantica tra cool e vacation - descrive la scelta di un soggiorno alla ricerca di refrigerio, immersi nella natura e lontani dalle alte temperature che oggi affliggono soprattutto il bacino del Mediterraneo.
Secondo l’Osservatorio Bit, il 2025 sarà l’anno della maturità per questa tendenza, che si configura ormai come una risposta collettiva all’urgenza ambientale: fuggire le temperature record, cercando non solo fresco ma anche autenticità, qualità dell’aria, esperienze all’aperto e ritmi più umani.
I dati confermano il mutamento in corso
Nel Regno Unito, le ricerche online per cooler countries sono cresciute del +2.590% in dieci anni. Una trasformazione culturale profonda, che trova sponda nella crescente attenzione alla sostenibilità e nella ricerca di esperienze immersive.
Nel nuovo contesto climatico, l’Italia assume un ruolo strategico. Con la sua vasta rete di paesaggi alpini, prealpini e appenninici, il Paese si propone come una delle capitali europee della coolcation.
Le stime Enit per l’estate 2025 prevedono 18,6 milioni di arrivi aeroportuali internazionali, con una crescita del 17,9% sul 2024. Di questi, oltre 7,7 milioni di turisti sono attesi nelle aree settentrionali e montane.
Tra giugno e settembre risultano già prenotate 10,6 milioni di sistemazioni internazionali, con un incremento del 4,6%. Contestualmente cresce anche la durata media dei soggiorni in montagna, che supera le sei notti.
Anche il turismo domestico converge verso questa nuova forma di villeggiatura. Il Centro Studi del Touring Club Italiano segnala che la montagna ha superato le città d’arte tra le mete estive preferite dagli italiani (19% contro 17%). Una redistribuzione silenziosa ma significativa, che ridisegna le filiere dell’ospitalità.
Ciò che si profila non è un semplice cambio di destinazione, ma una ridefinizione del significato stesso di vacanza. Alla base della coolcation vi è il desiderio crescente di disconnessione dai ritmi frenetici, dal rumore digitale e dalla pressione performativa.
Un’adesione consapevole al cosiddetto Jomo (Joy of Missing Out), ovvero la gioia di sottrarsi all’iperconnessione, riscoprendo il valore del tempo lento e della percezione sensoriale.
Coolcation, nasce un turismo diverso
L’esperienza del fresco in montagna non è solo meteorologica. È una diversa modalità di abitare l’estate: camminare tra il verde al mattino, quando l’aria è ancora intrisa di rugiada, o farsi trasportare dal vento in parapendio sopra le vette, rappresenta una forma di immersione fisica, psicologica e culturale.
Le attività outdoor - dal rafting all’equitazione, dal campeggio alle escursioni - diventano strumenti di rigenerazione. Il tempo, in montagna, si dilata. E la mente lo segue.
In quest’ottica, anche il concetto di lusso evolve: oggi coincide sempre più con il benessere climatico e la qualità dell’ambiente. Lo dimostrano le proposte di piattaforme come Freedome, specializzata in esperienze outdoor, che per l’estate 2025 amplia l’offerta di attività in quota, dalla speleologia al canyoning, fino al volo in mongolfiera.
Esperienze che non sono semplici passatempi, ma occasioni di riconnessione profonda con il paesaggio e con sé stessi. Ecco perché la coolcation non sarà una moda passeggera, ma un fenomeno che intreccia esigenze climatiche, trasformazioni culturali e nuove opportunità per lo sviluppo sostenibile delle aree interne.
Se il caldo diventa la norma, il fresco - da bene comune - diventa bene strategico.
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