Clima più caldo e costi in discesa per il riscaldamento riducono la spesa per le famiglie
Il momento di accendere i riscaldamenti in Italia sta arrivando e i costi di pellet e gas sono scesi: i cittadini devono quindi imparare a risparmiare scegliendo la fonte più giusta purché sostenibile
La coda lunga dell’estate e le nuove evidenze climatiche, generate dalla situazione contingente che vede sempre più eventi meteorologici estremi e uno stravolgimento delle stagioni, cambiano anche i calendari classici dell’accensione degli impianti di riscaldamento.
Inoltre, le direttive europee legate alla decarbonizzazione del settore immobiliare, che punta ad agire in modo prioritario sul 15% degli edifici più energivori per ogni stato membro, per raggungere una riduzione del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e le emissioni zero entro il 2050, devono far ragionare i cittadini su come coniugare la necessità di inquinare meno con il risparmio economico e il comfort domestico.
Tenendo però conto che per il riscaldamento si prevede il divieto di utilizzo di combustibili fossili entro il 2035 e l’abolizione di sussidi per l’installazione di boiler a combustibili fossili entro il 2024.
Imparare a risparmiare: i costi di pellet e gas sono in discesa
Un primo consiglio arriva da Aiel, l’associazione italiana energie agroforestali - che ha reso disponibile un calcolatore online per stufe o caldaie che permette di stimare il risparmio in base ai propri consumi energetici e ai prezzi dei combustibili nell’area di riferimento.
Si tratta di uno strumento semplice per confrontare i costi di riscaldamento con i diversi combustibili, tenendo conto delle specifiche esigenze e condizioni abitative (lo trovare a questo link).
Una seconda interessante novità, sempre comunicata da Aiel e che riguarda i combustibili legnosi, è che il prezzo del pellet a settembre 2024 ha registrato una significativa diminuzione, con valori medi nazionali di 4,55€ per un sacco da 15 kg. Si tratta di una riduzione del 30% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e del 16% rispetto alla rilevazione di aprile 2024.
Una soluzione - anche per la sostenibilità - molto più conveniente dei combustibili fossili: produrre 1 MWh di energia con il pellet costa infatti 63€, mentre il gas naturale costa 122€/MWh (il 94% in più) e il gasolio da riscaldamento che raggiunge i 138€/MWh (ben il 120% in più).
Anche il cippato, il biocombustibile legnoso più conveniente, soprattutto per impianti di grandi dimensioni e tecnologicamente avanzati, ha registrato un calo nei suoi valori di prezzo. La legna da ardere, invece, principalmente per l’inizio della stagione termica, ha invece registrato un leggero aumento di prezzo rispetto ad aprile 2024.
“L’andamento dei prezzi dei biocombustibili legnosi a settembre 2024 conferma la convenienza economica di pellet, legna da ardere e cippato rispetto ai combustibili fossili tradizionali - spiega Domenico Brugnoni, presidente di Aiel -. Oltre al risparmio sui costi energetici, l’utilizzo di queste fonti rinnovabili contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla valorizzazione delle risorse locali”.
Tuttavia, è necessario adottare alcune semplici buone pratiche per massimizzare i benefici ambientali ed economici: utilizzare biocombustibili certificati e installare generatori di calore moderni e ad alta efficienza.
Il costo del gas è inferiore al 2023
Buone notizie anche sul fronte della spesa per la fornitura di gas. Infatti, i dati raccolti dall’Osservatorio Tariffe Segugio.it confermano un calo del prezzo della materia prima gas naturale e una crescente competitività delle tariffe a prezzo bloccato.
L’analisi ha considerato i profili di consumo di chi ha un sistema di riscaldamento autonomo, notando che, per una famiglia con consumo di 2.000 Smc/anno e per una coppia da 1.200 Smc/anno, i primi dati del quarto trimestre 2024 registrano una lieve flessione della spesa attesa (-1%) mentre per un utente Single con consumo annuo di 1.000 Smc, la spesa è stabile rispetto allo stesso periodo del 2023.
Nonostante non ci sia più l’Iva agevolata al 5%, introdotta dal decreto Taglia-bollette nel 2022, tornata al 10% per i consumi fino a 480 Smc e al 22% oltre questa soglia e sui costi fissi, il costo della materia prima risulta in riduzione nel confronto con il 2023.
Analizzando il costo medio del gas per il terzo trimestre 2024, infatti, si nota un calo del -22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (da 0,648 €/Smc a 0,528 €/Smc). Calo confermato anche dai dati parziali di ottobre 2024, con il prezzo gas diminuito del -14% rispetto al Psv (Punto di Scambio Virtuale) dello stesso mese del 2023.
Quindi, conclude Segugio.it, il mercato oggi offre la possibilità di accedere a tariffe gas a prezzo bloccato molto più competitive.
Ecco allora il consiglio di Paolo Benazzi, utilities managing director di Segugio.it: “Per un lungo periodo le offerte a prezzo fisso permettevano di bloccare il costo della materia, si, ma di bloccare a valori più alti rispetto all’indice su cui si basano le offerte variabili.
Questo poneva il consumatore di fronte a una scelta: un prezzo sicuro per 12 mesi ma meno aggressivo nell’immediato, oppure il costo più basso possibile senza certezze per i prossimi mesi? Oggi, questo dualismo tra fisso e variabile risulta meno netto, con le offerte a prezzo bloccato che permettono non solo di fissare il prezzo, ma di fissarlo a valori anche molto competitivi”.
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