Batterie contenute nei Raee: Italia fanalino di coda della raccolta e lavorazione
Una cosa è conferire i Raee presso gli appositi centri di raccolta, un'altra è migliorare l'efficienza della filiera per aumentare il recupero delle batterie e delle materie prime critiche
Il nostro Paese è indietro rispetto alla media europea per la raccolta dei Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) anche per il 2024. Siamo infatti a meno del 35% di raccolta, con un misero 17,4% dei rifiuti elettronici complessivi effettivamente trattati, mentre l'obiettivo europeo di raccolta è fissato al 65% dei Raee prodotti.
Un divario che non diminuisce ed è particolarmente evidente rispetto alla Germania e ai Paesi nordici, nei quali si raggiungono livelli di raccolta molto più elevati.
Da qui deriva anche il fatto che in Italia, anche la gestione delle batterie contenute all’interno dei Raee sia piuttosto deludente. Lo evidenzia lo studio La raccolta delle batterie portatili contenute nei Raee: Benchmarking e best practices, commissionato dal Centro di Coordinamento Nazionale Pile e accumulatori (Cdcnpa) e realizzato dalla società di consulenza dss+.
Il report mostra che i quantitativi di pile/batterie portatili rimossi da piccoli elettrodomestici/elettronica di consumo variano in modo sostanziale da Paese a Paese: in Svizzera si raccolgono 14,9 kg/t (dato più alto), in Belgio 13,2 kg/t, in Francia 9,7 kg/t, con un valore medio che si attesta sui 9,6 kg/t.
La norma Celenec 50625-3-1 - standard tecnico sviluppato dal Comitato europeo di Normazione Elettrotecnica - ha fissato questo valore in 1,8 kg/t.
In Italia - secondo i dati Cdcnpa - a fronte di una raccolta nel 2023 di 76.000 tonnellate di prodotti R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione e altro), sono state soltanto 400 le tonnellate conferite al sistema (pari al 4% del totale delle batterie portatili conferite nell’anno, risultando il valore più basso tra i Paesi considerati).
Il contributo mancante deriva, tra gli altri, dalle batterie portatili al piombo rimosse ma successivamente non conferite al consorzio o comunque non rendicontate; dalle batterie esportate all’interno di Raee/Aee usate e dalle batterie non rimosse durante la messa in sicurezza/trattamento dei Raee.
Aumentando la raccolta della frazione di R4 al 65% dell’immesso sul mercato, il potenziale di pile/batterie portatili da recuperare sarebbe pari a 4.600 t (valore che porterebbe il tasso di raccolta nazionale al 42,6%, con un incremento del 12% rispetto al valore attuale).
Per il Cdcnpa, quindi è necessario un maggior contributo da parte di consorzi, istituzioni, centri di raccolta e impianti di trattamento, per fare sistema e strutturare un piano di azioni strategico a medio e lungo termine per raggiungere i target nel 2030.
Non solo: è necessario lavorare per aumentare sia il recupero delle batterie sia quello delle materie prime critiche, fondamentali per il sistema produttivo italiano.
Il Governo, per migliorare il sistema, ha approvato intanto gli emendamenti relativi ai Raee, contenuti nella conversione in legge del decreto legge 16 settembre 2024, n. 131, Salva Infrazioni.
Tra le principali novità introdotte c’è l’obbligo per i sistemi collettivi di progettare, realizzare e finanziare programmi di comunicazione, informazione e sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della raccolta separata dei Raee e sui benefici ambientali ed economici del relativo riciclo.
Ogni anno i consorzi dovranno quindi destinare a questa finalità almeno il 3% del totale dei ricavi dell’esercizio precedente.
Un'altra misura introdotta dalla nuova norma è la semplificazione degli adempimenti a carico dei negozianti per l’effettuazione dei servizi di ritiro Uno contro Uno e Uno contro Zero.
Sono stati eliminati l’obbligo di iscrizione all’Albo Gestori Ambientali e quello di "tenuta del registro di carico e scarico mediante schedario numerato progressivamente, ... dal quale risultino il nominativo e l'indirizzo del consumatore che conferisce il rifiuto e la tipologia dello stesso".
Si tratta di semplificazioni che riducono in modo significativo gli oneri (in termini di costi e di tempi) a carico dei negozianti e che faciliteranno la raccolta dei Raee avvicinandoci agli obiettivi di raccolta fissati dall’Unione europea.
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